Il percorso di formazione di ogni persona presenta una serie di bivi per decidere del proprio futuro educativo e lavorativo. Il più importante è rappresentato dalla scelta tra studi umanistici o scientifici che avviene sia per le superiori sia per l’università. Chi punta a un inserimento immediato nel mondo del lavoro, considerando lo strapotere della tecnica, tende a scegliere la scienza; chi invece desidera fare ricerca e avviare una carriera nel terzo settore o in ambito letterario e culturale, sceglie gli studi umanistici. Il dilemma sembrerebbe risolto, eppure non è così, perché a fare la differenza sono sempre le inclinazioni personali e il mercato del lavoro. Quest’ultimo infatti è sempre più alla ricerca di soft skills di tipo umanistico e, dal punto di vista scientifico, richiede la conoscenza e interpretazione dei dati. Studi scientifici e umanistici sembrerebbero dunque avere entrambi buone possibilità. In questa breve e utile guida valuteremo i vantaggi degli studi umanistici e degli studi scientifici per fornire spunti pratici a chi sta per scegliere il proprio percorso di studi.
I vantaggi degli studi scientifici
Il grande vantaggio degli studi scientifici è sicuramente nelle alte percentuali di inserimento lavorativo. Secondo l’Occupational Outlook Handbook, nei prossimi 10 anni le professioni più richieste saranno medici, ricercatori di marketing, ingegneri e commercialisti. Aumenterà inoltre la domanda per infermieri e operai specializzati nell’industria e nell’edilizia. Altro ambito che registra con alte chance occupazionali è quello delle discipline cosiddette STEM, acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics. Gli atenei online come Università Cusano propongono un’offerta formativa mirata per queste discipline, nell’ottica di garantire una formazione scientifica accurata e innovativa grazie all’e-learning. Parliamo però di professioni settoriali, che hanno un percorso ben definito e una carriera più o meno prevedibile. Per svolgerle è fondamentale avere una passione per questi settori e per le mansioni che si svolgeranno, altrimenti si rischia di studiare per molti anni e non essere soddisfatti. Altro vantaggio degli studi scientifici è la possibilità di lavorare su progetti che guardano al futuro, basati su conoscenze tecnologiche e tecniche di altissimo livello. Chi si specializza in materie tecnologiche ha sicuramente più spazio per proporsi con carriere stimolanti in vari ambiti.
I vantaggi degli studi umanistici
Quando si parla di studi umanistici è immediato pensare al patrimonio artistico e culturale dell’Italia, materiale e immateriale. Siamo tra le nazioni più apprezzate al mondo per le opere d’arte, la musica, l’archeologia e le collezioni archivistiche. Conservare, tutelare e valorizzare questa enorme eredità dovrebbe motivare molti giovani a seguire gli studi umanistici, per poi puntare a carriere nel mondo della cultura. Studiare inoltre i classici permette di acquisire delle competenze in grado di elaborare uno spiccato pensiero critico. Le discipline umanistiche infatti forniscono delle conoscenze che spaziano dalla storia alla letteratura, dall’arte alla filosofia e ognuna di queste discipline porta con sé dei collegamenti che vanno a collimare con le scoperte scientifiche, gli avanzamenti tecnologici e la storia dell’evoluzione dell’uomo. Senza questo bagaglio, il progresso non sarebbe possibile, perché gli studi scientifici sono troppo specifici per dare, da soli, la possibilità di aprire la mente a cose nuove. Al contrario di quanto si pensi infine, gli studi umanistici permettono alle persone di accedere a molteplici settori e di sviluppare carriere importanti sia come dipendenti sia come liberi professionisti. Un laureato in discipline umanistiche potrà infatti lavorare nel marketing, nella comunicazione, per il web, nel giornalismo e anche a supporto di aziende tecnologiche, soprattutto con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale.
Studi umanistici o scientifici: cosa dice il mercato del lavoro
Il mercato del lavoro è molto chiaro: funziona la multidisciplinarietà. Secondo quanto emerge dalla SEO Survey 2024, saranno le competenze trasversali a promuovere il cambiamento nelle aziende e sarà quindi necessario sia formare ingegneri e tecnici sia assumere persone laureate in materie umanistiche. Per far incontrare i due poli, bisognerà investire in processi di reskilling e upskilling e favorire il dialogo tra scienziati e umanisti. In passato, si pensava che gli studi scientifici fossero più vantaggiosi dal punto di vista professionale. Negli ultimi anni invece si è assistito a un crescente interesse per le competenze umanistiche, come la capacità di comunicare efficacemente, di lavorare in team e di risolvere problemi complessi. Chi dunque sta per scegliere la facoltà da frequentare, è fondamentale che sia consapevole della necessità di dover integrare le proprie competenze con altre abilità, perché il mondo del lavoro è sempre in evoluzione e richiederà, oltre alle conoscenze tecniche di base, capacità come la creatività, la flessibilità, la curiosità, l’analisi dati e dimestichezza con gli strumenti digitali.