Nel 2015 grazie a Fabián Díaz si era raggiunto un accordo per delineare le linee per l’utilizzo di cellule staminali embrionali umane nella ricerca. I biologi di tutto il Messico ora utilizzano le cellule staminali che Díaz – ricercatore dell’Istituto Nazionale di Perinatologia a Città del Messico – crea grazie all’utilizzo di embrioni scartati da una clinica della fertilità a Città del Messico.
Purtroppo, negli ultimi mesi Díaz ha dovuto mettere le sue ricerche in standby. In questi ultimi mesi, è stata rilasciata una legge, in attesa della conferma da parte di un legislatore, che vieterebbe gli esperimenti con embrioni umani nei confini nazionali. La proposta di legge, che ora sta seguendo liter per diventare legge potrebbe mettere fine a una piccola vittoria tanto agognata dai biologici messicani.
René Drucker-Colín – un neurobiologo presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) a Città del Messico, ha dichiarato: “Questa proposta farà terminare uno dei programmi di studio più all’avanguardia degli ultimi anni. Grazie alle cellule staminali e alle apparecchiature per la conservazione cellule staminali si potrebbe avere un’arma in più per debellare una serie di malattie.”
L’emendamento, che vuole essere una legge che disciplina la riproduzione assistita – in particolare sulla somma che dovrebbero percepire le madri surrogate, le donazioni per le banche degli ovuli e sul numero di fecondazioni – sta ricevendo una serie di ferree critiche. All’interno dei suoi commi, sarebbe anche vietata la creazione di embrioni umani per qualsiasi scopo, che non riguardano la riproduzione.
Tali restrizioni, hanno lo scopo di bloccare sul nascere la fiorente industria del turismo riproduttivo verso il Messico, che per il momento ha poche restrizioni e regolamentazioni. Le modifiche alla proposta di legge hanno il sostegno del Partito di Azione Nazionale (PAN) e del Partito Rivoluzionario Istituzionale di Peña Nieto (PRI). Le speranze dei ricercatori in una modifica dell’ultima ora nella legge, purtroppo sono appese a un filo sempre più sottile.
La limitazione dell’uso di alcune tecniche di routine, utilizzate nelle cliniche della fertilità, compreso un metodo per lo screening degli embrioni per verificare la presenza di mutazione genetiche, è un altro dei punti che lascia molto amaro in bocca ai ricercatori messicani. Questo screening, che ha il compito di prevenire la trasmissione di malattie genetiche gravi, è molto utile anche nel diagnosticare e capire il motivo per cui alcune coppie hanno delle difficoltà nel concepire.
Se la legge passerà, potrebbe portare una serie di gravi andicap alla ricerca biologica messicana ma pure alle cliniche per la fertilità. Il ritorno all’utilizzo di metodi antiquati e meno precisi, può solo portare a una serie di problematiche.