Tutti noi conosciamo la parola ansia, alla quale diamo però accezioni diverse: per alcuni è semplicemente una sensazione di fastidio quando, ad esempio, dobbiamo relazionarci con il nostro capo o con un partner appena conosciuto. Per altri invece è un vero e proprio disturbo psicologico, che provoca un senso di vuoto mentale, allarme e pericolo.
Oggi vogliamo proprio parlare di ansia, per colmare un vuoto tra i nostri approfondimenti relativi al benessere che i lettori sicuramente apprezzeranno. Per farlo, siamo entrati in contatto con il dottor Giorgio Ioimo, uno psicologo di Firenze molto esperto nel trattamento di questo disturbo, che ci aiuterà a capire come trattarla utilizzando la psicoterapia. Gli abbiamo rivolto una serie di domande, ed è stato molto gentile a rispondere con garbo e precisione.
Come si tratta l’ansia?
“Secondo le linee guida internazionali diramate dal NICE (National Institute for Health and Care Excellence) e disponibili sul sito dell’AIFA, il trattamento raccomandato per i disturbi d’ansia è la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Ciò consente di ridurre i sintomi e prevenire le ricadute. A volte, quando il disturbo assume risvolti gravi, alla psicoterapia è possibile aggiungere una terapia farmacologica, ma sempre sotto controllo medico”.
Cos’è la psicoterapia cognitivo-comportamentale?
“In effetti ho introdotto questo termine senza prima spiegarlo! La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un intervento psicologico con solide basi scientifiche, promossa da studiosi i quali, nell’arco del tempo, hanno espanso questo concetto tanto che oggi si parla di “terza onda”, poichè a fianco delle terapie originali sono state aggiunte altre procedure, come ad esempio la mindfulness.”
Il dottor Ioimo continua: “La psicoterapia risulta quindi molto utile per trattare l’ansia, anche perchè il riferimento centrale è quello del presente, valutando l’interazione tra pensieri, emozione e comportamento.”
Può fare un esempio?
“Certamente! torniamo all’ansia. Essa rappresenta l’emozione, mentre il pensiero è quello, ad esempio, di non essere capaci di affrontare una situazione. Infine, il comportamento può essere quello di allontanarsi dalla situazione. In questo esempio la persona prova un sollievo immediato, ma la qualità di vita a medio termine peggiora, e di questo viene data la “colpa” all’ansia, che così cresce e sale”.
Ma funziona?
“I tassi di efficacia del trattamento dell’ansia con la psicoterapia sono molto alti, e questo ha fatto sì che la comunità scientifica la consideri il trattamento di prima scelta per la cura di questo disturbo”.
E i tempi? “Per quanto riguarda le tempistiche, si parla di alcuni mesi di sedute settimanali, quindi occorre mettere ben chiaro fin da subito il fatto che non è sufficiente vedere lo psicologo una volta per guarire. Come in tutte le cose, ci vuole pazienza e non bisogna mai mollare, ma sicuramente alla fine del percorso i risultati saranno davvero soddisfacenti”.
E per quanto riguarda i farmaci?
“La terapia farmacologica dell’ansia prevede spesso l’uso degli ansiolitici, come le benzodiazepine, tuttavia metto in guardia i miei pazienti poichè esse possono risultare utili soltanto se vengono usate per brevissimi periodi, altrimenti il rischio dell’assuefazione è molto elevato, e si rischia di peggiorare la situazione anzichè migliorarla”.
“Sempre più spesso in questi ultimi anni sto osservando un aumento delle prescrizioni di antidepressivi con funzioni ansiolitiche, ma anche in questo caso molto spesso gli svantaggi superano i vantaggi, in quanto l’efficacia spesso viene perduta al momento della sospensione della terapia. Inoltre presentano anche una serie di effetti collaterali da non sottovalutare, tra cui aumento di peso, sonnolenza e problemi intestinali”.
Dove posso approfondire la questione?
“Sul mio sito https://giorgioioimo.com/, alla pagina dedicata all’ansia, ci sono una serie di idee e valutazioni che ho portato avanti durante la mia carriera, dove specifico quali sono i passi da intraprendere prima, durante e dopo un ciclo di sedute”.