Di modi per aumentare la nostra produttività, facendo una semplice ricerca su Internet, ne possiamo trovare a migliaia. Però, purtroppo, quello che spesso viene dimenticato è un elemento fondamentale, ossia il riposo.
Questo, però, purtroppo, non deve stupire, perché, soprattutto al giorno d’oggi, i modelli più seguiti sono quelli che lavorano la maggior parte delle ore del giorno sacrificando tempo, energie e risorse. Inoltre, il sacrificio sull’altare della produttività è un altro elemento che ricorre molto spesso in molti dei libri di miglioramento personale come se, in qualche modo, si potesse diventare migliori semplicemente essendo più produttivi.
Certo, se siamo più produttivi abbiamo una maggiore possibilità di fare più cose e quindi abbiamo anche più possibilità di realizzarci; questo però, nella maniera più assoluta, non vuol dire che dobbiamo dimenticarci di noi, di ricaricarci le pile, insomma, non dobbiamo lasciare indietro del nostro meritato riposo.
Lo dicono anche gli scienziati
Beh, magari non proprio, ma sicuramente uno dei più eminenti tra loro sì: Charles Darwin, nei suoi diari, scriveva di non voler lavorare più di 5 ore al giorno, dedicando, quindi, il resto della sua giornata ad altre attività.
Sicuramente, il suo lavoro era, perlomeno da un punto di vista mentale, stancante; ciò non toglie, però, che lui avesse capito l’importanza di alternare momenti di “piena produttività mentale” a momenti in cui il suo cervello era libero di vagare e di ricaricarsi in altri modi, magari attraverso letture più leggere, o chissà magari attraverso passeggiate nella natura.
Fatto sta che aveva fatto propria l’importanza di non immolarsi sull’altare della scienza e della produttività ma aveva capito che per risultare più efficace ed efficiente nei suoi studi doveva, come diciamo noi oggi staccare la spina.
I mini pensionamenti
C’è, invece, chi decide di guardare la cosa da un punto di vista lievemente diverso. Alcuni, infatti, invece che lavorare un po’ di meno tutti i giorni, decidono di prendersi dei periodi di pausa più lunghi per ricaricare le pile. C’è chi li chiama mini pensionamenti, c’è chi li chiama anni sabbatici o, in chissà quali altri modi.
Ma, comunque, al di là dell’etichetta che noi vogliamo dare a questa cosa, ciò che è più importante è che consciamente decidiamo di staccarci per un periodo più o meno prolungato dalla nostra routine quotidiana e dal nostro lavoro. Questo lo facciamo, soprattutto, perché riteniamo fondamentale, di tanto in tanto, prenderci dei periodi di stacco proprio per permettere al nostro cervello di ricaricare le pile e di ritrovare le energie che ha perso e utilizzato nel corso del tempo.
Decidere dove vanno le nostre energie
Come dicevamo in apertura, uno dei rischi che possiamo correre soprattutto al giorno d’oggi è quello di impegnarci in troppe cose. Un fattore molto importante da tenere in considerazione, però, è che, a guardare bene, non tutto ciò che facciamo è fondamentale o, magari, non è nemmeno così importante.
Il problema, però, è che sprechiamo un sacco di risorse ed energie su cose che, appunto, non sono fondamentali e, magari, non sono nemmeno importanti.
Nel momento in cui valutiamo coscientemente le cose che ci impegnano giornalmente, ci rendiamo conto che, chissà, anche una percentuale elevata delle nostre energie viene impiegata in cose che per noi, alla fine, non sono nemmeno così tanto importanti.
Se, allora, facessimo la scelta di destinare queste energie che vengono male utilizzate al riposo, ecco che allora, ci ritroveremmo con una maggiore quantità di energie da dedicare alle cose realmente importanti o a perlomeno a cose che migliorano la nostra salute. e questo altro non sarebbe che il risultato di energie risparmiate che purtroppo, prima venivano utilizzate in cose che non avevano molta rilevanza per noi.
Liberare la mente
Da più parti si legge e si sente di persone che trovano il loro lampo di genio mentre fanno attività quotidiane e quasi automatiche, come ad esempio fare la doccia o pulire la casa.
Quando ci ritroviamo impegnati in queste attività quasi automatiche è un po’ come se mettessimo il pilota automatico al nostro cervello. La nostra mente, quindi è libera di andare e navigare dove le pare, e questo poter vagare liberamente le permette di cercare vie, risposte e soluzioni a problemi che noi non potremmo altrimenti trovare se fossimo razionalmente e coscientemente impegnati in queste attività.
E’ proprio in questo vuoto solo apparente che si generano alcune delle idee più geniali e innovative a cui noi ci siamo abituati e, a guardar bene, queste sono nate proprio da momenti di riposo e di libertà, soluzioni che, quindi, non sarebbero arrivate in altri modi.
Tutti questi elementi sono soprattutto importanti nel momento in cui consideriamo il modo in cui noi impieghiamo le nostre risorse se ci vogliamo realizzare nel lavoro, come ad esempio discusso su questo sito, su cui troverai molte altre utili indicazioni su come realizzare te stesso sia professionalmente che personalmente.